TRAUMATISMI ARTERIOSI

TRAUMATISMI ARTERIOSI

I traumatismi arteriosi generalmente interessano gli arti (superiori ed inferiori) e possono essere causati da:

  • Traumi della strada
  • Ferite d’arma da fuoco
  • Ferite d’arma da taglio

In genere si classificano i base al meccanismo del trauma in:

  • Traumi aperti
  • Traumi chiusi

Trauma della strada con fratture multiple e lacerazione dei tessuti e dei vasi di gamba:

Questi traumi possono causare una rottura totale o parziale (rottura sub-avventiziale) dell’arteria causando l’ischemia acuta dell’arto colpito. E’ necessario dunque ristabilire in tempi brevissimi (urgenza) la perfusione dell’arto stesso.
Talvolta il meccanismo del trauma può essere di tipo iatrogeno (cioè conseguente a procedure mediche interventistiche e/o chirurgiche); in genere le cause più frequenti di tali eventi sono:

  • Cateterismi percutanei dell’arteria femorale (rischio di ematomi, pseudoaneurismi, fistole artero-venose, dissezione con trombosi del vaso);
  • Interventi chirurgici (in genere di chirurgia generale, ortopedica o ginecologica).

Qui di seguito vengono riportati alcuni esempi.
Immagine arteriografica di rottura post-traumatica dell’arteria femorale superficiale (coscia) in un giovane paziente:

Ferita d’arma da fuoco. E’ visualizzabile, in corrispondenza della zona cruentata, uno stop netto dell’arteria omerale destra:

Trauma dell’articolazione tibio-tarsica (caviglia). Confezionamento di un bypass dall’arteria tibiale posteriore (gamba) all’arteria plantare (piede) mediante vena grande safena (VGS) controlaterale invertita:

Spesso nella traumatologia degli arti risultano coinvolte più strutture di deversa competenza specialistica (ortopedico, chirurgo vascolare, chirurgo plastico). Generalmente in lesioni aperte o chiuse associate a trauma ortopedico si deve seguire un ordine temporale ben definito:

  • Fissazione prioritaria dei monconi ossei
  • Valutazione dell’arto stabilizzato (al fine di esaminare l’integrità o meno dell’asse arterioso)
  • Eventuale utilizzo dello shunt temporaneo di Pruitt-Inahara in caso si lesioni arteriose con sezione dei monconi arteriosi al fine di ridurre il tempo di ischemia dell’arto
  • Preferenza della vena grande safena dell’arto controlaterale nella rivascolarizzazione arteriosa (si utilizza la vena in quanto materiale autologo biocompatibile che viene utilizzato in zone sicuramente infette)

Trauma dell’arto superiore con utilizzo dello shunt di Pruitt-Inahara per ridurre il tempo di ischemia fino al confezionamento del bypass in VGS invertita per la rivascolarizzazione dell’arto:

In conclusione si può affermare come il trattamento dei traumi con coinvolgimento arterioso sia un gesto tecnico chirurgico molto complesso, che richiede un approccio multidisciplinare coordinato, a cui si aggiungono accorgimenti medici post-operatori essenziali (terapia antibiotica mirata e prolungata, ossigeno-terapia iperbarica, sieroterapia specifica).
La vitalità e funzionalità dell’arto interessato dipenderà pertanto dall’entità del trauma e dalla capacità di riparazione chirurgica dei tessuti sulla base della sede e dell’estensione delle lesioni, eseguita con un ordine temporale ben definito.